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Il Giornalino della Carta

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Martedi 29 luglio 2019

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Carta da parati all'arsenico: elegante da morire

Aggiornamento: 24 nov

La carta da parati nasce delle mani di Jean Papillon, che a Parigi nel 1684 iniziò a disegnare stoffe per tappezzieri. Quattro anni dopo inventò il papier peint, ovvero la carta da parati stampata.


Possiamo dire che la carta da parati è la figlia più economica degli arazzi che abbellivano le case signorili durante il medioevo europeo, ma della pratica di decorare le proprie abitazioni con affreschi e stucchi abbiamo tracce sin dai tempi più antichi e riguarda tutte le civiltà. Ovviamente era una pratica costosa, per questo la carta da parati stampata fu una vera rivoluzione, e a partire dall'Ottocento divenne un prodotto alla portata di moti. Inoltre fu geniale l'idea di renderla modulare, in modo che una striscia fosse contigua a quella successiva.




Ma arriviamo al soggetto del titolo del post.


A Parigi all'inizio del Novecento andava molto di moda una tonalità di verde che ritroviamo in molti dipinti di preraffaelliti e impressionisti, che venne battezzato con la bellezza di 80 nomi diversi, frai quali:


verde mitis

verde di Schweinfurt

verde imperiale

verde pappagallo

verde smeraldo

verde di Lipsia

verde patentato

verde svedese

verde di Scheele

verde nuovo

verde di Parigi

















Il problema è che era realizzato con acetato arsenito di rame, quindi pieno di arsenico che gli donava quella caratteristica tinta brillante, ma al tempo stesso era letale per chi ne venisse a contatto.

Come per tanti altri elementi (da leggere la triste e assurda storia del radio) non ci si rese subito conto della sua tossicità, ed è stato bellamente utilizzato per saponi, giochi dei bambini, paralumi, prodotti farmaceutici, insetticidi, ceramiche, vestiti, decorazione dei dolci (foglie di zucchero verde bellissime decoravano tossicissime torte in stile Arsenico e vecchi merletti).



Ma fu il suo utilizzo sulla carta da parati a creare la maggiore tossicità, soprattutto in concomitanza con la presenza di muffe.




Napoleone se ne innamorò a tal punto che volle ricoprire le stanze della sua residenza a Sant'Elena proprio con carta da parati di questo colore. Molto probabilmente fu questa la causa della sua morte, anche perchè le analisi dei suoi capelli rivelarono che fu esposto a grandi dosi di arsenico.



Ovviamente non fu l'unico a rimetterci le penne a causa della carta d parati. ovviamente i fabbricanti e i commercianti furono i primi ad accusare crampi allo stomaco sangue nelle urine, caduta di capelli, eccessiva sudorazione, vomito e diarrea e nel peggiore dei casi convulsioni che portavano alla morte. Seguiti poi dall'alta borghesia che amava arredare le proprie case con il colore più in voga.




Il chimico Robert C. Kedzie a Lansing nel 1874 realizzò cento copie di un libro che si intitolava Shadows from the Walls of Death il cui scopo era quello di richiamare l'attenzione sulla tossicità e mortalità delle carte da parati intrise di arsenico. Il libro stesso, di cui sono rimaste solo 4 copie, è potenzialmente mortale perchè le sue pagine sono un campionario di carte intrise proprio di arsenico....


(se volete approfondire, leggete il mio post Carta (molto) velenosa)


APPROFONDIMENTI:

https://www.missionescienza.it/verde-parigi/

https://www.missdarcy.it/la-morte-verde-arsenico-misteri-vittoriani/






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