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Il Giornalino della Carta

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Carta da parati all'arsenico: elegante da morire

Aggiornamento: 9 mar 2020

La carta da parati nasce delle mani di Jean Papillon, che a Parigi nel 1684 iniziò a disegnare stoffe per tappezzieri. Quattro anni dopo inventò il papier peint, ovvero la carta da parati stampata.


posa della carta da parati, 1759 ca


Possiamo dire che la carta da parati è la figlia più economica degli arazzi che abbellivano le case signorili durante il medioevo europeo, ma della pratica di decorare le proprie abitazioni con affreschi e stucchi abbiamo tracce sin dai tempi più antichi e riguarda tutte le civiltà. Ovviamente era una pratica costosa, per questo la carta da parati stampata fu una vera rivoluzione, e a partire dall'Ottocento divenne un prodotto alla portata di moti. Inoltre fu geniale l'idea di renderla modulare, in modo che una striscia fosse contigua a quella successiva.




Ma arriviamo al soggetto del titolo del post.


A Parigi all'inizio del Novecento andava molto di moda una tonalità di verde che ritroviamo in molti dipinti di preraffaelliti e impressionisti, che venne battezzato con la bellezza di 80 nomi diversi, frai quali:




verde mitis

verde di Schweinfurt

verde imperiale

verde pappagallo

verde smeraldo

verde di Lipsia

verde patentato

verde svedese

verde di Scheele

verde nuovo

verde di Parigi





Il problema è che era realizzato con acetato arsenito di rame, quindi pieno di arsenico che gli donava quella caratteristica tinta brillante, ma al tempo stesso era letale per chi ne venisse a contatto.

Come per tanti altri elementi (da leggere la triste e assurda storia del radio) non ci si rese subito conto della sua tossicità, ed è stato bellamente utilizzato per saponi, giochi dei bambini, paralumi, prodotti farmaceutici, insetticidi, ceramiche, vestiti, decorazione dei dolci (foglie di zucchero verde bellissime decoravano tossicissime torte in stile Arsenico e vecchi merletti).



Ma fu il suo utilizzo sulla carta da parati a creare la maggiore tossicità, soprattutto in concomitanza con la presenza di muffe.




Napoleone se ne innamorò a tal punto che volle ricoprire le stanze della sua residenza a Sant'Elena proprio con carta da parati di questo colore. Molto probabilmente fu questa la causa della sua morte, anche perchè le analisi dei suoi capelli rivelarono che fu esposto a grandi dosi di arsenico.



Ovviamente non fu l'unico a rimetterci le penne a causa della carta d parati. ovviamente i fabbricanti e i commercianti furono i primi ad accusare crampi allo stomaco sangue nelle urine, caduta di capelli, eccessiva sudorazione, vomito e diarrea e nel peggiore dei casi convulsioni che portavano alla morte. Seguiti poi dall'alta borghesia che amava arredare le proprie case con il colore più in voga.





Il chimico Robert C. Kedzie a Lansing nel 1874 realizzò cento copie di un libro che si intitolava Shadows from the Walls of Death il cui scopo era quello di richiamare l'attenzione sulla tossicità e mortalità delle carte da parati intrise di arsenico. Il libro stesso, di cui sono rimaste solo 4 copie, è potenzialmente mortale perchè le sue pagine sono un campionario di carte intrise proprio di arsenico....


(se volete approfondire, leggete il mio post Carta (molto) velenosa)








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